I Bembe (chiamati anche Babembe, Beembe, Cuabembe, Wabembe) sono un gruppo etnico e linguistico stanziato nel nord-est della RDC e nella Tanzania occidentale.
La loro organizzazione sociale era basata su clan matrimoniali i cui membri potevano vivere in diversi villaggi. L'unità familiare comprendeva generalmente tre generazioni. Il capo responsabile del villaggio, il nga-bula, fungeva da mediatore con gli antenati.
La caccia era l'attività principale; prima di partire per una caccia, il capo invocava gli spiriti ancestrali, usando come intermediari statuette in ginocchio nella posizione di un cacciatore in attesa della sua preda.
I Bembe credevano in un dio creatore, Nzambi, che non rappresentavano in senso figurato. Sovraintendeva alla vita e alla morte - a meno che quest'ultima non fosse dovuta all'atto di uno stregone, ndoki, che poteva magicamente "mangiare" la forza vitale dei membri del clan.
Gli antenati avevano stretti legami con i vivi e ricevevano offerte attraverso il "sacerdote" che faceva appello a statuette, kitebi o bimbi, consacrate dallo stregone. Queste figurine erano le immagini idealizzate degli antenati e spesso indossavano attributi che permettevano loro di essere identificati come uomini di medicina o cacciatori. Il culto degli antenati tra i Bembe è tuttavia più antico e precede l'uso di statue magiche, nkisi, da parte degli stregoni.
Il popolo Bembe della Tanzania ha perso la sua cultura per la maggior parte e la lingua Bembe sta lentamente svanendo. La maggior parte dei giovani di età inferiore ai 30 anni non è in grado di parlare la propria madrelingua usando invece lo swahili come prima lingua e seguondo la cultura e le tradizioni swahili.
Sopra un esemplare di maschera raccolto nel periodo 1953/1959, chiamato Cwecwe, indossato durante le cerimonie di circoncisione, gestite dalla società segreta Bwami, in cui vengono indossate maschere facciali piatte, che mostrano orbite concave tipicamente allargate e occhi sporgenti a chicco di caffè.
Nelle immagini sotto è riportata invece la maschera cimiero chiamata Echawokaba, maschera gianiforme (due visi contrapposti) dai tratti altamente astratti rappresentante lo spirito della foresta. Veniva esibita durante le cerimonie di iniziazione gestite della società Alunga e indossata durante cerimonie legate alla caccia e al culto degli antenati. Quando non indossata veniva nascosta in grotte segrete.
Si caratterizza da grandi orbite con un motivo a croce che riporta al centro le pupille tubulari sporgenti. La maschera è sormontata da corna e dipinta in alcune zone di bianco caolino.
Maschera Echawokaba gestita dalla società Alunga e usata durante cerimonie di iniziazione o legate alla caccia e al culto degli antenati.
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